S'adorna il borgo di un'allegra fiera
ch'esulta quando arriva Primavera:
in su la via che dritta va alla chiesa
s'ode vociar di festa in lieta attesa,
di tradizion, costumi, stravaganze,
di Pasqua rifioriscono le usanze.
Spalancano il sipario sulla festa
due fratellini, uscendo in corsa lesta:
troveranno, nascosti nel giardino,
ovetti colorati, in un cestino,
per venderli tra petali di rosa,
in bancarelle sulla via chiassosa.
D'omaggio, un sol uovo in dolce crosta,
occhieggia, messo al centro in bella posta,
tra uova sode, o di cioccolato,
sorprese dentro un guscio colorato.
In singolar tenzone uova ancora
l'un contro l'altro in pugna dall'aurora:
premio al più forte, premio alla vittoria,
del più fragil le spoglie. e la gloria.
Esposti son caprette ed agnelli
pronti a finire arrosto sui fornelli;
il salame si mostra in pasta e a fette
e con carciofi, sposo si promette;
a giacere s'apprestan sul gran desco
fiorito d'iris, preci e fior di pesco.
Ma rintoccar solenne di campana
d'ardito vociar tacita fontana.
Passi veloci echeggian sulla via,
l'anima guarda in alto e si fa pia
e prega e piange sul suo viver torto
e gusta gioia e vita, dal Risorto.
Presi per mano corrono giulivi,
i fratellini, in verdi palme e ulivi:
levano al cielo canti, orazion pie.
S'alzan colombe in bianche melodie,
squilli di tromba danno gloria al Cielo,
che della morte ruppe il nero velo.
Sotto le stelle d'oro del perdono,
dato dal Sacrificio come dono,
entrano dove son angeli in corte,
petali d'aria, d'anime risorte,
voci di gioia limpide nel canto,
mani in abbraccio tese nell'incanto:
<<La Pace sia con te, Sorella mia;
Fratello mio, la Pace con te sia!>>