1) Dare ordini, dirigere, comandare (Smettila di...)
Questi messaggi comunicano al figlio che i suoi sentimenti o bisogni non
sono importanti; egli deve conformarsi ai sentimenti e bisogni dei genitori.
Lo inducono a non sentirsi accettato, a temere il potere del genitore, possono
provocare sentimenti di risentimento o rabbia che spesso lo inducono a reagire
ostilmente, a incollerirsi, a ritorcersi, a resistere e a mettere alla prova
la reale volontà del genitore.
2) Avvertire, ammonire, minacciare (se lo fai...te ne pentirai)
Questi messaggi possono rendere un figlio timoroso e remissivo. Possono
suscitare risentimento e ostilità come quando si danno ordini, si
dirige, si comanda. Possono indurlo a credere che il genitore non abbia
rispetto dei suoi bisogni e desideri. Inoltre a volte i figli sono tentati
di verificare per vedere se la minaccia verrà eseguita e quindi di
fare la tal cosa solo per vedere se le conseguenze si verificano.
3) Esortare, moraleggiare, fare la predica (Dovresti...è bene che
tu...)
Questi messaggi fanno pesare sul figlio il potere esterno dell'autorità,
del dovere, degli obblighi; indurlo a credere che il genitore non si fidi
del suo giudizio e che è meglio che accettino ciò che gli
altri considerano giusto; possono fargli nascere sensi di colpa o la sensazione
di essere cattivo o indurlo a credere che il genitore non si fidi della
sua abilità di giudicare la validitò dei valori e progetti
altrui.
4) Consigliare, offrire suggerimenti e soluzioni
Questi messaggi sono spesso interpretati dal figlio come prova del fatto
che non ci si fida della sua capacità di giudizio o di trovare soluzioni
proprie, possono indurlo a diventare dipendente dal genitore e a smettere
di pensare da sè. I consigli a volte comunicano un atteggiamento
di superiorità dei genitori nei confronti dei figli, che di conseguenza
possono anche maturare un senso di inferiorità. (Perchè non
ci ho pensato io? voi sapete sempre tutto!) Inoltre i consigli possono indurli
a pensare che i genitori non li capiscano affatto e a contrastare continuamente
le idee dei geniitori e non sviluppare le proprie.
5) Insegnare, argomentare, persuadere
Quando si cerca di insegnare qualcosa, i figli avvertono spesso la sensazione
che lo si faccia apparire inferiore, subordinato, inadeguato; l'argomentare
e l'informare inducono spesso i figli a mettersi sulla difensiva e a risentirsi
(Credi che non lo sappia?). E raro che i ragazzi, come gli adulti, amino
sentirsi dimostrare di aver sbagliato, di conseguenza difendono accanitamente
le proprie posizioni.
6) Giudicare, criticare, opporsi, biasimare
Questi messaggi, forse più di tutti gli altri, fanno sentire i figli
inadeguati, inferiori, stupidi, indegni, cattivi. L'idea che il figlio si
fa di sè si forma attraverso i giudizi e le valutazioni genitoriali.
Il figlio giudicherà se stesso nello stesso modo in cui lo giudica
il genitore (Mi ero sentito dire così spesso che ero cattivo, che
cominciai a pensare di esserlo davvero!). Inoltre i giudizi inducono i figli
a tenere per sè i propri sentimenti o a nasconderli ai genitori.
7) Elogiare, assecondare
Contrariamente all'opinione diffusa che l'elogio sia sempre benefico per
i figli, spesso invece ha effetti assai negativi. Se il figlio riceve una
valutazione positiva che non coincide con la propria idea di sè,
può diventare ostile (Non ho giocato affatto bene, ho fatto schifo!).
I figli deducono che se un genitore li giudica positivamente, può
anche giudicarli negativamente in altri momenti. Inoltre l'assenza di elogi
in una famiglia che li adopera spesso, può essere considerata una
critica. L'elogio è anche spesso considerato un tentativo di manipolazione,
un modo sottile per influenzarli. I figli pensano che un genitore non li
capisca, quando li elogia (non lo diresti, se sapessi come mi sento). Si
sentono spesso in imbarazzo quando vengono elogiati, specie se in presenza
di amici; infine, potrebbero finire col diventare dipendenti dall'elogio.
8) Etichettare, ridicolizzare, umiliare
Questi messaggi possono avere effetti devastanti sull'immagine di sè
del figlio. Possono far sentire il figlio indegno, cattivo, non amato. La
risposta più frequente dei figli è di restituire ai genitori
gli stessi messaggi.
9) Interpretare, analizzare, diagnosticare (So io perchè...)
Questi messaggi comunicano al figlio che il genitore lo ha capito, conosce
le sue motivazioni o le ragioni del suo modo di essere. Questo modo di psicoanalizzare
è per i figli frustrante e intimidatorio.
Se l'analisi del genitore è accurata, il figlio si sente in imbarazzo
perchè smascherato e se è errata il figlio si arrabbia per
essere stato ingiustamente accusato. I figli avvertono sempre un atteggiamento
di superiorità dei genitori (Tu credi di sapere tutto), e a maggio
ragione i genitori che analizzano spesso i figli comunicano loro di sentirsi
superiori, più saggi, più intelligenti. Messaggi come So io
perchè interrompono bruscamente il desiderio di comunicare del figlio
e gli insegnano che è meglio astenersi dal condividere i problemi
con i propri genitori.
10) Rassicurare, simpatizzare, consolare, sostenere (non arrabbiarti, tutto
si risolverà...)
Anche questi messaggi non sono utili. Rassicurare un figlio quando si sente
disturbato da qualcosa, può semplicemente convincerlo che i genitori
non lo capiscano. I genitori rassicurano e consolano perchè si sentono
a disagio quando il figlio è ferito, arrabbiato, scoraggiato e via
dicendo. Questi messaggi comunicano al figlio che il genitore desidera che
egli smetta di sentirsi in un determinato modo, inoltre essi vivono le rassicurazioni
come tentativi per cambiarli e finiscono col perdere fiducia nei genitori.
Quindi, minimizzando o compatendo si arrestala comunicazione perchè
il figlio sente che i genitori vogliono che egli smetta di provare ciò
che prova.
11) Inquisire, fare domande, interrogare
Facendo domande si può indurre i figli a credere che non si abbia
fiducia in lui, o che si nutrano su di lui sospetti o dubbi. I figli si
accorgono anche che le domande sono tentativi di farli uscire allo scoperto
per poi aggredirli. Spesso si sentono minacciati dalle domande se non ne
capiscono la ragione. Se si interroga un figlio quando lui ci mette a parte
di un problema, potrebbe sospettare che si vogliano raccogliere informazioni
per risolvere il problema al posto suo, invece di lasciargli trovare la
sua soluzione. Interrogare non è affatto un buon metodo per facilitare
la comunicazione di un'altra persona, anzi si limita duramente la sua libertà.
12) Sottrarsi, cambiare argomento, scherzare, distrarre
Questi messaggi comunicano al figlio che non si è interessati a lui,
che non si rispettano i suoi sentimenti o addirittura che lo si rifiuta.
I figli in genere sono molto seri e decisi quando hanno bisogno di parlare
di qualcosa e quando si risponde loro scherzando, possono sentirsi feriti
o respinti. I figli, come gli adulti, vogliono essere ascoltati e capiti
con rispetto. Se i genitori li ignorano, essi imparano a esprimere altrove
i propri sentimenti e problemi importanti.