In una casetta
dell’Alpe lontana
dimora una vecchia
fra biche di lana:
di soffice lana
di sue pecorelle
da essa tosata
a un lume di stelle;
ed ora la dona
al vento che in breve
la muta in fiocchetti
di candida neve.
Mulina, mulina,
nell’aria gelata
la morbida lana
così trasformata!
Che gioia vederla!
Per tutta la valle
è come una danza
di lieve farfalle:
un piover giocondo
di piume d’argento
che cambia
oh portento
la scena del mondo.
Ma sotto la neve
e bulbi e radici
riposano in pace
sicuri e felici,
e sognan l’aprile
e il sole giocondo
che ancor farà verde
la scena del mondo.
Ma sotto la neve
e bulbi e radici
riposano in pace
sicuri, felici,
e sognan l’aprile
e il sole giocondo
che ancor farà verde
la scena del mondo.
Intanto, dal cavo
d’un buio crepaccio
or esce un vegliardo
con barba di ghiaccio.
Che torbido sguardo,
che cera stizzosa!
Al freddo uso fiato
s’ammala ogni cosa…
Ei spegne le foglie
sugli alberi foschi,
discaccia gli uccelli
lontano.