Legge 5 febbraio 1992, n. 104
Art. 29 - Esercizio del diritto di voto - 1. In occasione
di consultazioni elettorali, i comuni organizzano i servizi di trasporto
pubblico in modo da facilitare agli elettori handicappati il raggiungimento
del seggio elettorale. 2. Per rendere più agevole l'esercizio del diritto
di voto, le unità sanitarie locali, nei tre giorni precedenti la consultazione
elettorale, garantiscono in ogni comune la disponibilità di un adeguato
numero di medici autorizzati per il rilascio dei certificati di accompagnamento
e dell'attestazione medica di cui all'art. 1 della legge 15 gennaio 1991,
n. 15. 3. Un accompagnatore di fiducia segue in cabina i cittadini handicappati
impossibilitati ad esercitare autonomamente il diritto di voto. L'accompagnatore
deve essere iscritto nelle liste elettorali Nessun elettore può esercitare
la funzione di accompagnatore per più di un handicappato. Sul certificato
elettorale dell'accompagnatore è fatta apposita annotazione dal presidente
del seggio nel quale egli ha assolto tale compito. Art. 30 - Partecipazione
- 1. Le regioni, per la redazione dei programmi di promozione e di tutela
dei diritti della persona handicappata, prevedono forme di consultazione
che garantiscono la partecipazione dei cittadini interessati. Art. 31 -
Riserva di alloggi - 1. All'art. 3, primo comma, della legge 5 agosto 1978,
n. 457, e successive modificazioni, è aggiunta, in fine, la seguente lettera:
"r-bis) dispone una riserva di finanziamenti complessivi per la concessione
di contributi in conto capitale a comuni, Istituti autonomi case popolari,
imprese, cooperative o loro consorzi per la realizzazione con tipologia
idonea o per l'adattamento di alloggi di edilizia sovvenzionata e agevolata
alle esigenze di assegnatari o acquirenti handicappati ovvero ai nuclei
familiari tra i cui componenti figurano persone handicappate in situazione
di gravità o con ridotte o impedite capacità motorie" 2. Il contributo di
cui alla lettera r-bis) del primo comma dell'art. 3 della legge 5 agosto
1978, n. 457, introdotta dal comma 1 del presente articolo, è concesso dal
Comitato esecutivo del CER direttamente ai comuni, agli Istituti autonomi
case popolari, alle imprese, alle cooperative o loro consorzi indicati dalle
regioni sulla base delle assegnazioni e degli acquisti, mediante atto preliminare
di vendita di alloggi realizzati con finanziamenti pubblici e fruenti di
contributo pubblico. 3. Il contributo di cui al comma 2 può essere concesso
con le modalità indicate nello stesso comma, direttamente agli enti e istituti
statali, assicurativi e bancari che realizzano interventi nel campo dell'edilizia
abitativa che ne facciano richiesta per l'adattamento di alloggi di loro
proprietà da concedere in locazione a persone handicappate ovvero ai nuclei
familiari tra i cui componenti figurano persone handicappate in situazione
di gravità o con ridotte o impedite capacità motorie. 4. Le associazioni
presenti sul territorio, le regioni, le unità sanitarie locali, i comuni
sono tenuti a fornire al CER, entro il 31 dicembre di ogni anno, ogni informazione
utile per la determinazione della quota di riserva di cui alla citata lettera
r-bis) del primo comma dell'art. 3 della legge 5 agosto 1978, n. 457. Art.
32 - Agevolazioni fiscali - 1. Le spese mediche e quelle di assistenza specifica
necessarie nei casi di grave e permanente invalidità e menomazione, per
la parte del loro ammontare complessivo che ecceda il 5 o il 10 per cento
del reddito complessivo annuo dichiarato a seconda che questo sia o meno
superiore a 15 milioni di lire, sono deducibili dal reddito complessivo
del contribuente che ha sostenuto gli oneri per sé o per le persone indicate
nell'art. 433 del codice civile, purché dalla documentazione risulti chi
ha sostenuto effettivamente la spesa, la persona da assistere perché invalida
e il domicilio o la residenza del percipiente. Art. 33 - Agevolazioni -
1. La lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi,
di minore con handicap in situazione di gravità accertata ai sensi dell'art.
4, comma 1, hanno diritto al prolungamento fino a tre anni del periodo di
astensione facoltativa dal lavoro di cui all'art. 7 della legge 30 dicembre
1971, n. 1204, a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno
presso istituti specializzati. 2. I soggetti di cui al comma 1 possono chiedere
ai rispettivi datori di lavoro di usufruire, in alternativa al prolungamento
fino a tre anni del periodo di astensione facoltativa, di due ore di permesso
giornaliero retribuito fino al compimento del terzo anno di vita del bambino.
3. Successivamente al compimento del terzo anno di vita del bambino, la
lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, anche adottivi,
di minore con handicap in situazione di gravità nonché colui che assiste
una persona con handicap in situazione di gravità parente o affine entro
il terzo grado, convivente, hanno diritto a tre giorni di permesso mensile,
fruibili anche in maniera continuativa a condizione che la persona con handicap
in situazione di gravità non sia ricoverata a tempo pieno. 4. Ai permessi
di cui ai commi 2 e 3, che si cumulano con quelli previsti dall'art. 7 della
citata legge n. 1204 del 1971, si applicano le disposizioni di cui all'ultimo
comma del medesimo art. 7 della legge n. 1204 del 1971, nonché quelle contenute
negli artt. 7 e 8 della legge 9 dicembre 1977, n. 903. 5. Il genitore o
il familiare lavoratore, con rapporto di lavoro pubblico o privato, che
assista con continuità un parente o un affine entro il terzo grado handicappato,
con lui convivente, ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro
più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferita senza il suo
consenso ad altra sede. 6. La persona handicappata maggiorenne in situazione
di gravità può usufruire dei permessi di cui ai commi 2 e 3, ha diritto
a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio
e non può essere trasferita in altra sede, senza il suo consenso. 7. Le
disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 si applicano anche agli affidatari
di persone handicappate in situazione di gravità Art. 34 - Protesi e ausili
tecnici - 1. Con decreto del ministro della Sanità da emanare, sentito il
Consiglio sanitario nazionale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, nella revisione e ridefinizione del nomenclatore-tariffario
delle protesi di cui al terzo comma dell'art. 26 della legge 23 dicembre
1978, n. 833, vengono inseriti apparecchi e attrezzature elettronici e altri
ausili tecnici che permettano di compensare le difficoltà delle persone
con handicap fisico o sensoriale. Art. 35 - Ricovero del minore handicappato
- 1. Nel caso di ricovero di una persona handicappata di minore età presso
un istituto anche a carattere sanitario, pubblico o privato, ove dall'istituto
sia segnalato l'abbandono del minore, si applicano le norme di cui alla
legge 4 maggio 1983, n. 184. Art. 36 - Aggravamento delle sanzioni penali
- 1. Per i reati di cui agli artt. 519, 520, 521, 522, 523, 527 e 628 del
codice penale, nonché per i delitti non colposi contro la persona, di cui
al titolo XII del libro II del codice penale, e per i reati di cui alla
legge 20 febbraio 1958, n. 75, qualora l'offeso sia una persona handicappata
la pena è aumentata da un terzo alla metà 2. Per i procedimenti penali per
i reati di cui al comma 1 è ammessa la costituzione di parte civile del
difensore civico, nonché dell'associazione alla quale risulti iscritta la
persona handicappata o suo familiare. Art. 37 - Procedimento penale in cui
sia interessata una persona handicappata - 1. Il ministro di Grazia e Giustizia,
il ministro dell'Interno e il ministro della Difesa, ciascuno nell'ambito
delle proprie competenze, disciplinano con proprio decreto le modalità di
tutela della persona handicappata, in relazione alle sue esigenze terapeutiche
e di comunicazione, all'interno dei locali di sicurezza, nel corso dei procedimenti
giudiziari penali e nei luoghi di custodia preventiva e di espiazione della
pena. Art. 38 - Convenzioni - 1. Per fornire i servizi di cui alla presente
legge, i comuni, anche consorziati tra loro, le loro unioni, le comunità
montane e le unità sanitarie locali per la parte di loro competenza, si
avvalgono delle strutture e dei servizi di cui all'art 26 della legge 23
dicembre 1978, n. 833. Possono inoltre avvalersi dell'opera di associazioni
riconosciute e non riconosciute, di istituzioni private di assistenza non
aventi scopo di lucro e di cooperative, sempreché siano idonee per i livelli
delle prestazioni, per la qualificazione del personale e per l'efficienza
organizzativa ed operativa, mediante la conclusione di apposite convenzioni.
2. I comuni, anche consorziati tra loro, le loro unioni, le comunità montane,
rilevata la presenza di associazioni in favore di persone handicappate,
che intendano costituire cooperative di servizi o comunità-alloggio o centri
socio-riabilitativi senza fini di lucro, possono erogare contributi che
consentano di realizzare tali iniziative per i fini previsti dal comma 1,
lettere h), i) e l) dell'art. 8, previo controllo dell'adeguatezza dei progetti
e delle iniziative, in rapporto alle necessità dei soggetti ospiti, secondo
i principi della presente legge. Art. 39 - Compiti delle regioni - 1. Le
regioni possono provvedere, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio,
ad interventi sociali, educativo-formativi e riabilitativi nell'ambito del
piano sanitario nazionale, di cui all'art. 53 della legge 23 dicembre 1978,
n. 833, e successive modificazioni, e della programmazione regionale dei
servizi sanitari, sociali e formativo-culturali. 2. Le regioni possono provvedere,
nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio: a) a definire l'organizzazione
dei servizi, i livelli qualitativi delle prestazioni, nonché i criteri per
l'erogazione dell'assistenza economica integrativa di competenza dei comuni;
b) a definire, mediante gli accordi di programma di cui all'art. 27 della
legge 8 giugno 1990, n. 142, le modalità di coordinamento e di integrazione
dei servizi e delle prestazioni individuali di cui alla presente legge con
gli altri servizi sociali, sanitari, educativi, anche d'intesa con gli organi
periferici dell'amministrazione della P.I. e con le strutture prescolastiche
o scolastiche e di formazione professionale, anche per la messa a disposizione
di attrezzature, operatori o specialisti necessari all'attività di prevenzione,
diagnosi e riabilitazione eventualmente svolta al loro interno; c) a definire,
in collaborazione con le università e gli istituti di ricerca, i programmi
e le modalità organizzative delle iniziative di riqualificazione ed aggiornamento
del personale impiegato nelle attività di cui alla presente legge; d) a
promuovere, tramite le convenzioni con gli enti di cui all'art. 38, le attività
di ricerca e di sperimentazione di nuove tecnologie di apprendimento e di
riabilitazione, nonché la produzione di sussidi didattici e tecnici; e)
a definire le modalità di intervento nel campo delle attività assistenziali
e quelle di accesso ai servizi; f) a disciplinare le modalità del controllo
periodico degli interventi di inserimento ed integrazione sociale di cui
all'art. 5, per verificarne la rispondenza all'effettiva situazione di bisogno;
g) a disciplinare con legge, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, i criteri relativi all'istituzione e al funzionamento
dei servizi di aiuto personale; h) ad effettuare controlli periodici sulle
aziende beneficiarie degli incentivi e dei contributi di cui all'art. 18,
comma 6, per garantire la loro effettiva finalizzazione all'integrazione
lavorativa delle persone handicappate; i) a promuovere programmi di formazione
di personale volontario da realizzarsi da parte delle organizzazioni di
volontariato; l) ad elaborare un consuntivo annuale analitico delle spese
e dei contributi per assistenza erogati sul territorio anche da enti pubblici
e enti o associazioni privati, i quali trasmettono alle regioni i rispettivi
bilanci, secondo modalità fissate dalle regioni medesime. Art. 40 - Compiti
dei comuni - 1. I comuni, anche consorziati tra loro, le loro unioni, le
comunità montane e le unità sanitarie locali qualora le leggi regionali
attribuiscano loro la competenza, attuano gli interventi sociali e sanitari
previsti dalla presente legge nel quadro della normativa regionale, mediante
gli accordi di programma di cui all'art. 27 della legge 8 giugno 1990, n.
142, dando priorità agli interventi di riqualificazione, di riordinamento
e di potenziamento dei servizi esistenti. 2. Gli statuti comunali di cui
all'art. 4 della citata legge n. 142 del 1990 disciplinano le modalità del
coordinamento degli interventi di cui al comma 1 con i servizi sociali sanitari,
educativi e di tempo libero operanti nell'ambito territoriale e l'organizzazione
di un servizio di segreteria per i rapporti con gli utenti, da realizzarsi
anche nelle forme di decentramento previste dallo status stesso. Art. 41
- Competenze del ministro per gli Affari sociali e costituzione del Comitato
nazionale per le politiche dell'handicap - 1. Il ministro per gli Affari
sociali coordina l'attività delle amministrazioni dello Stato competenti
a realizzare gli obiettivi della presente legge ed ha compiti di promozione
di politiche di sostegno per le persone handicappate e di verifica dell'attuazione
della legislazione vigente in materia. 2. I disegni di legge del Governo
contenenti disposizioni concernenti la condizione delle persone handicappate
sono presentati previo concerto con il ministro per gli Affari sociali.
Il concerto con il ministro per gli Affari sociali è obbligatorio per i
regolamenti e per gli atti di carattere generale adottati in materia. 3.
Per favorire l'assolvimento dei compiti di cui al comma 1, è istituito presso
la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato nazionale per le politiche
dell'handicap. 4. Il Comitato è composto dal ministro per gli Affari sociali,
che lo presiede, dai ministri dell'Interno, del Tesoro, della P.I., della
Sanità, del Lavoro e della previdenza sociale, nonché dai ministri per le
Riforme istituzionali e gli Affari regionali e per il Coordinamento delle
politiche comunitarie. Alle riunioni del comitato possono essere chiamati
a partecipare altri ministri in relazione agli argomenti da trattare. 5.
Il Comitato è convocato almeno tre volte l'anno, di cui una prima della
presentazione al Consiglio dei ministri del disegno di legge finanziaria.
6. Il Comitato si avvale di: a) tre assessori scelti tra gli assessori regionali
e delle province autonome di Trento e di Bolzano designati dalla conferenza
dei presidenti delle regioni e delle province autonome ai sensi dell'art.
4 del decreto legislativo 16 dicembre 1989, n. 418; b) tre rappresentanti
degli enti locali designati dall'Associazione nazionale dei comuni italiani
(ANCI) e un rappresentante degli enti locali designato dalla Lega delle
autonomie locali; c) cinque esperti scelti fra i membri degli enti e delle
associazioni in possesso dei requisiti di cui agli artt. 1 e 2 della legge
19 novembre 1987, n. 476, che svolgano attività di promozione e tutela delle
persone handicappate e delle loro famiglie; d) tre rappresentanti delle
organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. 7. Il Comitato si
avvale dei sistemi informativi delle amministrazioni in esso rappresentate.
8. Il ministro per gli Affari sociali, entro il 15 aprile di ogni anno,
presenta una relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato di attuazione
delle politiche per l'handicap in Italia, nonché sugli indirizzi che saranno
seguiti. A tal fine le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento
autonomo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e gli
enti locali trasmettono, entro il 28 febbraio di ciascun anno, alla Presidenza
del Consiglio dei ministri tutti i dati relativi agli interventi di loro
competenza disciplinati dalla presente legge. Nel primo anno di applicazione
della presente legge la relazione è presentata entro il 30 ottobre. 9. Il
Comitato, nell'esercizio delle sue funzioni, è coadiuvato da una commissione
permanente composta da un rappresentante per ciascuno dei Ministeri dell'Interno,
delle Finanze, del Tesoro, della P.I., della Sanità, del Lavoro e della
previdenza sociale, dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica,
nonché da tre rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri
di cui uno del Dipartimento per gli Affari sociali, uno del Dipartimento
per gli Affari regionali, uno del Dipartimento della Funzione pubblica.
La commissione è presieduta dal responsabile dell'ufficio per le problematiche
della famiglia, della terza età, dei disabili e degli emarginati, del Dipartimento
per gli Affari sociali. Art. 42 - Copertura finanziaria - 1. Presso la Presidenza
del Consiglio dei ministri -Dipartimento per gli Affari sociali, è istituito
il fondo per l'integrazione degli interventi regionali e delle province
autonome in favore dei cittadini handicappati. 2. Il ministro per gli Affari
sociali provvede, sentito il Comitato nazionale per le politiche dell'handicap
di cui all'art. 41, alla ripartizione annuale del fondo tra le regioni e
le province autonome di Trento e di Bolzano, in proporzione al numero degli
abitanti. 3. A partire dal terzo anno di applicazione della presente legge,
il criterio della proporzionalità di cui al comma 2 può essere integrato
da altri criteri, approvati dal Comitato di cui all'art. 41, sentita la
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano di cui all'art. 12 della legge 23 agosto
1988, n. 400, con riferimento a situazione di particolare concentrazione
di persone handicappate e di servizi di alta specializzazione, nonché a
situazioni di grave arretratezza di alcune aree. 4. Le regioni e le province
autonome di Trento e di Bolzano provvedono a ripartire i fondi di loro spettanza
tra gli enti competenti a realizzare i servizi, dando priorità agli interventi
in favore delle persone handicappate in situazione di gravità e agli interventi
per la prevenzione. 5. Per le finalità previste dalla presente legge non
possono essere ncrementate le dotazioni organiche del personale della scuola
di ogni ordine e grado oltre i limiti consentiti dalle disponibilità finanziarie
all'uopo preordinate dal comma 6, lettera h). 6 - omissis 7 - omissis 8
- omissis Art. 43 - Abrogazioni - 1. L'art. 230 del T.U. approvato con R.D.
4 febbraio 1928, n. 577, l'art. 415 del regolamento approvato con R.D 26
aprile 1928, n. 1297 ed i commi secondo e terzo dell'art. 28 della legge
30 marzo 1971, n. 118, sono abrogati. Art. 44 - Entrata in vigore - 1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione
nella G.U.
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